BIOGRAFIA

Veronica Francione, dopo il diploma superiore presso il Liceo Artistico di Pescara, ha iniziato a rivolgere il suo interesse all’essere umano e alle sue “fragilità”; in parte per le esperienze, anche personali, che l’hanno formata nel corso degli anni, ed in parte per gli studi accademici nel campo del Sociale, che hanno affinato ulteriormente la sua attenzione e le modalità attraverso cui osservare e cercare di capire il disagio che è presente in ognuno di noi.

Ha cominciato a fotografare e a lavorare su immagini preesistenti di corpi, mani, volti e sguardi; su questi ha scavato introspettivamente per poi dipingere o disegnare “ritratti interiori”, caratterizzati da segni rossi, come tagli, quasi a spezzare l’equilibrio estetico.

Numerose le partecipazioni a mostre negli anni successivi alla Laurea; molte di esse con la P.A.E.

( Pescara Art Evolution) e la curatela di Gian Ruggero Manzoni nel Museo Vittorio Colonna di Pescara tra cui, ancora in corso all’ex-Aurum, la personale ottenuta come primo premio per la partecipazione a Pescarart 2016 ;“Vizi e Virtù nell’arte”, “Giroinarte”(Piccole Cisterne Romane-Palazzo Sangallo-Palazzo dei Consoli-Palazzo dei Capitani) e Pescarart 2016. Tra gli eventi passati, il Tour in America “EUART”; “Profondo Rosa”(Terme di Montecatini e complesso di Montichiari); la personale “Oltre lo Sguardo” al MuMi”; “Spoleto Arte 2015” a cura di Vittorio Sgarbi; “Fragile” con Artisti Italiani; la Biennale “United Factories” ed “Exclusive”  a cura di Paolo Feroce; “Diversity” a cura di Roberto Ronca presso la Fondazione Opera dei Caduti di Rovereto.

Fra le Partecipazioni recenti “Spirito di Roma e La Pop Art Italiana nella Scuola di Piazza del Popolo” Stadio di Domiziano, a cura di Amedeo Demitry ; “Arte a Palazzo 16° collettiva con V. Sgarbi presso la Galleria Farini di Bologna; “Replay”, “Fragile II” e “Lieu Non Lieou”  a cura di Artisti Italiani; “Sorrento Young Art Festival”, a cura di Paolo Feroce con la Fondazione Sorrento, “Connubio d’Arte – Incontro con gli artisti“,  Tri-personale vinta come primo premio sezione Pittura per Pescarart 2016 presso l’Aurum di Pescara 2017, “Emozioni Italiane”, Mostra Bi-Personale a Portland, Oregon, U.S-A, 2017.

Tra le fiere: Art Verona, Arte Fiera Bergamo, Art-Innsbruck, Arte Cremona, AAF Milano, Immagina, Start Miami, Lineart (Gand), Kunstart Bolzano, Artkarlshue (Germania).

Tra le numerose pubblicazioni:  “Vario Art 2012″, “Destinati al Successo” San Giorgio Arte, “Italiani”  a cura di V. Sgarbi.

IL SIGNIFICATO DEI SEGNI ROSSI

Ciò che vorrei comunicare in maniera semplice e diretta di me e del mio lavoro, non sono il curriculum e le ormai diverse esperienze maturate lungo il percorso artistico-formativo, ma le scelte originarie, le motivazioni che hanno ispirato il mio dipingere: una pittura figurativa, ma definita spesso “segnica” per l’irruenza e lo spessore del gesto pittorico. I soggetti sono umani, quasi sempre donne, perché coinvolta in prima persona dall’essere, vivere e sentire femminile in cui l’esteriorità è varia e sfaccettata, l’interiorità complessa ed intricata, la fragilità emotiva strutturata a seconda del personale bagaglio, stile e percorso di vita.

L’interesse e gli studi in campo artistico e sociale mi hanno condotto quindi nella direzionedell’osservazione partecipata del soggetto-donna, bella e serena come richiesto dai canoni estetici della nostra società solo in apparenza.

Lo sviluppo dei “segmenti rossi”, la mia cosiddetta “firma”, ne è la conseguenza e anche il codice identificativo. Sono questi segni ad avere un significato profondo, ed è questo che voglio comunicare di me a chi ne cerca un’interpretazione, a chi si trova ad osservare in maniera attenta.

Continuamente, nel corso delle mostre, mi viene chiesto il perché di quei segni rossi, che turbano e talora disturbano.

Premetto che trovo importante e molto positivo che un’opera arrivi a colpire anche in senso negativo! a tal punto da suscitare interesse in colui che si trova ad osservarla, tanto da spingerlo a carpirne il significato profondo, facendosi delle domande e ipotizzando delle risposte. Questo credo sia la maggior gratificazione per un artista.

Detto ciò, ecco la mia interpretazione del “PERCHE’ quei segni rossi”?…

Sono scaturiti spontaneamente dal mio inconscio a lavoro finito; piccole stilettate che si sono presentate fin dal primo momento. All’inizio diffuse in maniera asimmetrica sulla totalità della figura, si sono evolute negli anni, e definite nella struttura in maniera più incisiva, meno casuale. Col tempo sono giunte a quello che reputo un ulteriore stadio evolutivo, per il loro intensificarsi per spessore e colore, per il movimento più deciso e corposo, più netto e lineare.

 L’essere umano, la miriade di espressioni corporee e non, di sguardi, di volti, sono ciò che mi ha interessato; ma ciò che mi affascina e mi sprona ulteriormente è il cercare di fissare e “catturare” ciò che c’è dietro e dentro di noi, rendendoci “unici” e “diversi” l’uno dall’altro eppure “uguali”. Le pulsioni ed emozioni che si fanno più o meno visibili nello sguardo, nell’inclinazione del volto o nel movimento del corpo.

I segni rossi si sono manifestati come l’urgenza interiore di estrinsecare, nella bellezza di un volto, di un gesto o di uno sguardo, la sotto-struttura interiore ed emozionale, l’anima.  Segni come manifestazione di ciò che è intangibile.

Il segno rosso, segmento, ferita, frustata, taglio, graffio… è stato definito in tanti modi… è la fuoriuscita del bagaglio emozionale, che attraverso la rappresentazione pittorica del solo e“semplice” sguardo non sarei riuscita a manifestare.

E’canale di comunicazione di emozioni, di un vissuto doloroso, di un disagio, la cui tangibilità si trova anche nello spessore del colore, a volte tale da risultare crepato, al punto da rendere volutamente, la mia, una pittura di “sostanza”, materica e visibile.

Cifre segniche poste a lavoro concluso che ne rappresentano però l’anima, la sotto-struttura portante, l’impalcatura pre-esistente, prima ancora del volto o dello sguardo che mi aveva colpita e portata a volerli cogliere, cristallizzare nella rappresentazione. Simboli delle sofferenze a cui non ci si può sottrarre, che ci uniscono nella condizione umana.

C’è un’altra interpretazione dei segmenti rossi che è per me importante. Quella che li legge come cicatrici, in quanto risultato delle intemperie emozionali alle quali siamo esposti continuamente ed alle quali sopravviviamo. Cicatrici come “esposizione contaminante”, usando le parole di Goffman nel suo “Asylums – Le Istituzioni Totali” parlando dei meccanismi dell’internamento; in questo caso applicabile più largamente alle “prove” della vita, alla vita ed al nostro percorrerla in modo del tutto personale, in maniera più o meno intensa, distruttiva o serena che sia, ed al nostro consecutivo strutturarci in un certo modo.

Segni come cicatrici visibili quindi, attraverso le quali “ricordiamo” e diveniamo più forti, attraverso cui ci consolidiamo diventando capaci di affrontare l’intensità della vita. I dolori, i grandi dispiaceri, le fatiche ci temprano e formano rendendoci capaci di auto-curarci, cicatrizzando “ferite” che divengono il nostro vissuto, parte profonda del nostro essere; un passato ed un presente che si fondono in noi come essenza del nostro vivere.

 

© 2017 Veronica Francione /  Website by DavGraficArts™  /  Soundtrack by Paolo Ricci